Giornata Mondiale del libro: intervista a Sandro Teti
22 aprile – In occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore sabato 23 aprile abbiamo intervistato l’editore Sandro Teti.
Che significato ha per lei la Giornata Mondiale del Libro e quali sono le maggiori problematiche e proposte che pensa vadano messe in risalto in questa occasione?
Dedicare una giornata al libro significa celebrare uno degli oggetti più belli al mondo. Come scrisse il grande Umberto Eco che ho avuto il piacere di conoscere, in una delle definizioni più appropriate e appassionate mai date della lettura: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…”. Ed è davvero così: i libri consentono altre vite, in altri tempi e in altri spazi.
Parlo da lettore ma chiaramente anche da editore. Ancora non si legge quanto si potrebbe e ritengo che se promuovessimo con molta più convinzione l’editoria e la cultura saremmo in grado di mettere in circolo anticorpi ben più robusti contro la crisi, non solo economica che attanaglia l’Occidente. Sono convinto che giornate di questo tipo aiutino a innescare un processo virtuoso che non può prescindere dalla promozione costante della lettura e del libro.
Quali sono secondo lei i canali per il rilancio del libro e della lettura, specialmente tra i giovani e nelle scuole?
Io sono cresciuto in mezzo ai libri. Mio padre era editore e amante della lettura, perciò ho sempre avuto libri a disposizione.
Credo che il modo migliore per promuovere i libri tra i giovani sia incuriosirli. Sappiamo che c’è molto lavoro da fare: incoraggiare politiche scolastiche di educazione alla lettura, politiche pubbliche d’incentivazione all’acquisto dei libri. Ritengo ad esempio non sufficiente la promozione dei libri e della lettura da parte dei media. Ma penso inoltre non sia vero che i giovani non leggano, ma dobbiamo chiederci cosa leggono e con quali modalità.
Qual è il rapporto tra l’editoria tradizionale e quella digitale?
Credo che per ogni editore sia sempre una grande soddisfazione toccare e sfogliare una nuova pubblicazione, tuttavia ho il massimo rispetto e molta considerazione per le nuove forme di libro. Ritengo il libro elettronico che si legge su tablet o smartphone una risorsa importante che non mette necessariamente in pericolo l’esistenza del libro tradizionale cartaceo. Anche la nostra casa editrice ha una parte del catalogo già presente in versione e-book.
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